Autore Topic: Attacchi di Panico e farmaci  (Letto 17819 volte)

angela1

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Attacchi di Panico e farmaci
; il: 18 Maggio, 2013, 23:02:23 ;
ho 68 anni e da 20 anni soffro di panico. Cure con antidepressivi dallo psichiatra...l'anno scorso vado dal medico per un controllo e spiego che sto bene con 20 gocce di daparox  che sono serena e mi aspettavo una diminuzione delle gocce, invece mi viene detto di prenderne 30. Esco un po' arrabbiata e decido di fare la terapia strategica breve da uno psicologo e diminuire le gocce. Telefono allo psichiatra per chiedere come diminuire il farmaco, la risposta è ogni 2 giorni una goccia, invece decido con lo psicologo di togliere  una goccia al mese pensando che dopo vent'anni dovevo allungare i tempi. Riprendo pian piano la mia vita con la terapia breve, esco di casa a piedi e in auto ecc.  Dopo 10 mesi di libertà e 10 gocce in meno, mi arriva un grande attacco di panico che io definisco di astinenza del medicinale, mi sono spaventata moltissimo poiché erano anni che non avevo attacchi. Telefono allo psichiatra e mi dice di prendere 30 gocce il giorno e EN gocce per calmare gli attacchi. Adesso sono talmente spaventata che ho paura a stare sola anche in casa, lo psicologo mi ha detto che non dovevo riprendere le medicine che ho fatto un grande errore,  mi sento sola impaurita di tutto e non so chi mi può aiutare: lo psicologo o lo psichiatra non so più che fare e dipendo da tutta la mia famiglia che non può lasciarmi mai sola, Vi chiedo aiuto!!!

Dott.ssa Elisa Caponetti

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Re:Attacchi di Panico e farmaci
; Risposta #1 il: 19 Maggio, 2013, 09:24:16 ;
Salve Angela, la storia che ci racconta purtroppo è esemplificativa di ciò che accade quando ogni singolo professionista lavora a senso unico senza avere l'umiltà e la professionalità di accettare il fatto che ognuno di noi ha una specifica competenza e che lavorare in rete è sicuramente fonte di arrichimento e completezza, nonchè garanzia di risposta più adeguata al paziente. Ciò che accade invece purtroppo spesso, ai danni del paziente stesso, è che si vuole dimostrare la propria superiorità, screditando il lavoro del collega. A mio avviso qui hanno sbagliato entrambi i professionisti ma in special modo lo psicologo.
Gli attacchi di panico sono un disturbo molto diffuso ma che fortunatamente si curano e si risolvono. Spesso è necessario un lavoro in equipe tra lo psicoterapeuta e lo psichiatra.
Ora lei ha paura.. e giustamente dico io! La paura è una conseguenza di ciò che ha vissuto. Di chi e a chi affidarsi ora?
Gli attacchi di panico giungono all’improvviso ed inaspettatamente e questo li rende ancora più temibili.
La maggior preoccupazione delle persone che ne soffrono è come poter prevedere un attacco di panico, quando questo si ripeterà di nuovo, unita alla paura di poter perdere il controllo. Ma cosa fare?
Nella mia esperienza clinica mi è capitato tantissime volte di sentirmi dire dai miei pazienti “Non devo avere il panico” ma tutte le volte il panico aumenta.
Più si riflette in questi termini e più si perde il controllo sul panico.
“Dov’è il panico? Dove ha origine?” Questo è il genere di domande più utili. Ha origine nell’ansia ed imparare a riconoscerlo e ad accettarlo aiuta anche a controllarlo. Accoglierlo e gestirlo senza avere paura dei significati che ci sono dietro. Il panico (come tutti i sintomi psicosomatici) serve per esprimere la nostra emotività ed interiorità. E più prevale il tentativo di controllarlo razionalmente, più aumenta la frequenza e l’intensità. Il panico è legato alle pulsioni emozionali e non alla ragione ed alla razionalità. La razionalità, in questo caso porta fuori strada.
Bisogna imparare ad entrare in sintonia con noi stessi. Predisporsi ad ascoltare ciò che c’è dentro di noi, compresi soprattutto i nostri sintomi. Il sintomo è un segnale, un campanello d’allarme e per questo non deve spaventare, arriva perché manifesta un lato di noi che non stiamo esprimendo. Bisogna riuscire a lasciare libera la mente di poter cogliere le nostre emozioni. Rispettare i nostri desideri, le nostre ansie, le nostre paure, le nostre passioni, ecc. Scoprire i nostri stati d’animo anche se e quando sono contrastanti o ci spaventano, soltanto così possiamo liberare le nostre reali esigenze e desideri.
Il benessere dipende proprio dal rapporto che abbiamo con noi stessi, dobbiamo imparare a “sintonizzarci” con le nostre emozioni, ascoltando ciò che c’è dentro di noi nel momento in cui arriva il sintomo. Tutto questo è legato alle nostre aree primordiali, emozionali, primitive.
Spero di esserle stata di aiuto, per qualunque altra cosa, resto comunque a sua disposizione,
dott.ssa Elisa Caponetti

Dr.ssa Mirella Mazzaccaro

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Re:Attacchi di Panico e farmaci
; Risposta #2 il: 22 Maggio, 2013, 10:28:19 ;

Bisogna imparare ad entrare in sintonia con noi stessi. Predisporsi ad ascoltare ciò che c’è dentro di noi, compresi soprattutto i nostri sintomi. Il sintomo è un segnale, un campanello d’allarme e per questo non deve spaventare, arriva perché manifesta un lato di noi che non stiamo esprimendo. Bisogna riuscire a lasciare libera la mente di poter cogliere le nostre emozioni.
Concordo pienamente con la dr.ssa Caponetti, oltre a quello che dice sul ruolo che ognuno di noi riveste nella società e sul fatto di rispettare le diverse competenze ;)

decido con lo psicologo di togliere  una goccia al mese pensando che dopo vent'anni dovevo allungare i tempi.
mossa azzardata  ???

A volte non è sempre facile ascoltare quello che c'è dentro di noi, o meglio riconoscere il proprio disagio dandogli un nome.
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Re:Attacchi di Panico e farmaci
; Risposta #3 il: 22 Maggio, 2013, 14:00:54 ;
Dunque il daparox è un farmaco antidepressivo serotoninergico, il nome del principio è paroxetina.20  gocce equivalgono a 20 mg, l'esperienze ventennale con la paroxetina ha dimostrato che non serve un aumento del dosaggio oltre i 20 mg perchè non corrisponde un aumentato effetto terapeutico. Un anno di terapia di solito "protegge"da ricadute per molti anni. La sospensione deve essere graduale, ma l'attacco di panico dopo 10 mesi sicuramente NON è legato all'astinenza.
L'utilizzo del giusto farmaco con la giusta terapia dimezza tempi di risposta e guarigione. Cordiali Saluti Dr.Corazza

angela1

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Re:Attacchi di Panico e farmaci
; Risposta #4 il: 23 Maggio, 2013, 09:33:07 ;
Grazie a tutti!

Federico Baranzini - Psichiatra e Psicoterapeuta

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Re:Attacchi di Panico e farmaci
; Risposta #5 il: 27 Gennaio, 2014, 00:43:43 ;
Gentile Angela,

mi accodo ai commenti dei Colleghi, interventi che condivido nella sostanza e in particolar modo sulla alta improbabilità che dopo dieci mesi una recidiva di attacco di panico possa essere imputabile alla graduale e lenta dismissione del farmaco in questione.

Mi piacerebbe però aggiungere una nota alla sua riflessione finale, là dove dice
Citazione
Telefono allo psichiatra e mi dice di prendere 30 gocce il giorno e EN gocce per calmare gli attacchi. Adesso sono talmente spaventata che ho paura a stare sola anche in casa, lo psicologo mi ha detto che non dovevo riprendere le medicine che ho fatto un grande errore,  mi sento sola impaurita di tutto e non so chi mi può aiutare: lo psicologo o lo psichiatra non so più che fare

Mi pare che sia utile farle notare come in tale circostanza, assodata la responsabilità dei professionisti in gioco, anche lei ha messo in atto scelte discordanti, non coerenti : prima ha deciso di seguire le indicazioni dello psicologo (forse perchè ha con lui un rapporto più consolidato?), poi quando ha avuto più paura quelle dello psichiatra. Questo aspetto mi lascia il sospetto che vi possa essere una certa area di ambivalenza in lei che purtroppo le può "giocare contro" mettendola in situazioni conflittuali o di dubbio dalle quali appunto si sente senza uscita.

In conclusione quindi potrebbe essere utile approfondire proprio in psicoterapia tale aspetto visto che essere in tre (voi tre) non sempre si traduce in una maggiore efficacia.

Cordiali saluti

Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano e Como
www.federicobaranzini.it
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta
Dottore in Psicofarmacologia
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