Buon pomeriggio, ho 37 e l'ipocondria è la mia nemica.
Sono una persona geneticamente ansiosa, ma fino a 4 anni fa ero sempre riuscito a non fare sfociare l'ansia in attacchi di panico e depressione.
Il mio problema sono le gravi malattie, ho il terrore di essere affetto da una malattia incurabile.
Solo che prima mi fissavo per qualche momento, riuscendo a non farne un rimugino continuo ed assillante, per cui la cosa la dimenticavo o non mi condizionava.
4 anni fa, dopo essermi lasciato con la mia ragazza, per la quale avevo lasciato la famiglia ed ero andato a vivere a 1500 km di distanza, ho passato un periodo di forte stress psicologico. Improvvisamente, mentre ero a lavoro mi sono toccato una pallina dietro l'orecchio e da lì sono andato totalmente in tilt.
Ho avuto un fortissimo attacco di panico che sono riuscito a controllare, ho chiamato subito i miei genitori perchè venissero da me, visto che vivevo da solo e lontano, ma da quel momento ho iniziato a soffrire di una serie di disturbi che mi hanno reso la vita impossibile. Non riuscivo più a fare nulla, nonostante le visite mediche mi tranquillizzassero dopo 1 giorno ero punto e a capo. Ho toccato il fondo, nonostante il sostegno della mia nuova ragazza, ora mia moglie e dei miei genitori.
Ho risolto solo quando ho deciso di assumere delle pillole, un antidepressivo gentile lo definiscono ed ho iniziato ad andare dallo psicoterapeuta, il quale mi ha riscontrato una depressione leggera accompagnata da disturbi psicosomatici. Nel giro di 2 settimane sono stato meglio e nonostante qualche crisi momentanea la riuscivo a gestire. Nel tempo ho ridotto l'uso della pillola fino a smetterla del tutto 8 mesi fa. Nel tempo ho anche ridotto le sedute di terapia, andando solo in caso di bisogno. Pensavo di aver risolto i miei problemi fino a che non si è presentato questo periodo orrendo, ho accumulato una quantità di stress indicibile per via di tante cose (la casa, il lavoro, la figlia piccola, i soldi, ecc), come 4 anni fa e il risultato è che è bastato che l'altro giorno un mio collega mi dicesse di un nostro collega che non sta bene a soli 30 anni, perchè io andassi nuovamente in tilt. Agevolato dal fatto che ho avuto mal di gola dovuto agli sbalzi di temperatura che mi sto trascinando, fatto sta che quel mal di gola ora lo associo ai sintomi della grave malattia.
Tutte le rassicurazioni non mi bastano, mi danno solo un lieve sollievo.
Mia moglie non mi sopporta più perchè anche lei è un soggetto ansioso e la nostra ansia cresce esponenzialmente anzichè aiutarci a ridurla reciprocamente.
Ad onor del vero lei mi dice sempre che non ho nulla e sono sanissimo ma io non riesco a non pensare.
Mi fisso in modo assurdo, tutti i miei pensieri sono alla stessa medesima cosa e non riesco a venirne fuori.
Ho ripreso la pillola ma passa del tempo prima che ne avverta i benefici.
Venerdì riprendo le sedute di terapia.
Nel tempo ho imparato a controllarmi, più o meno ma talvolta il livello di stress supera la guardia e mi ritrovo in queste condizioni.
Razionalmente so di stare sbagliando, so di non vivere nel presente, sono cosciente dell'essere ipocondriaco e di tutti i disturbi psicosomatici (perchè se non ci penso non li avverto o li avverto meno).
Vorrei rivolgere una domanda: io spero di venirne fuori anche questa volta ma, prima o poi, ne verrò fuori definitivamente?
Cosa ne pensate del mio caso?