Salve, ho letto con attenzione le sue argomentazioni. Come avevo intuito, la sua domanda precedente non era riferita quindi ad un terapia comportamentale per soggetti affetti da ADHD (che in realtà è la sezione in cui le sto rispondendo e di cui mi occupo oltre alla dislessia e ai disturbi dell'apprendimento e del comportamento in età evolutiva), quindi ora comprendo che lei evidentemente si riferiva a un disturbo più grave (clinicamente parlando) e complicato dell'ADHD ossia al disturbo dello spettro autistico quindi andrebbe fatta una differenza fondamentale tra i due disturbi e tra le terapie e i risultati che la terapia può portare in ognuno dei singoli casi. Ma analizziamo la sua situazione e riferiamoci allo spettro autistico. Prima di tutto, mi complimento per come sta affrontando la situazione con suo figlio e la sua patologia, informarsi è fondamentale ed è bellissimo quanto lei e sua moglie vi stiate sacrificando per cercare di offrire a vostro figlio una vita serena e come qualunque genitore vorrebbe alla pari degli altri bambini, inoltre comprendo l'amarezza che prova e la sfiducia perché capisco quanto sia difficile vivere ogni giorno con una persona affetta da autismo. Personalmente reputo i bambini autistici dei bambini speciali perché hanno un modo di comunicare unico al mondo e il problema è che spesso non sono capiti o adeguatamente aiutati e seguiti. Come lei sa l'autismo (rispetto all'ADHD) è irreversibile, quindi si può assicurare solo un miglioramento della patologia e della qualità di vita del paziente ma non la sua totale cura anche se si stanno facendo notevoli progressi scientifici in questo campo (es. con le cellule staminali). Purtroppo ad oggi non si conosco ancora bene le cause della malattia ecco perché non esiste una cura valida ma solo delle terapie di supporto alla malattia come ad esempio la terapia applicata al comportamento (ABA o la verbal, ABA VB recentissima ma la più efficace a mio parere); immagino abbiate una terapista che segue il bambino a casa facendo delle sessioni cliniche e sia monitorata da un'analista comportamentale (supervisore).Comunque la diagnosi è stata fatta relativamente presto in quanto sapendo che la maggior parte delle famiglie chiedono una diagnosi ai professionisti solo dopo che i loro figli compiono i 4 anni (spesso scambiando l'autismo per un disturbo di udito o visivo) e quindi lei capirà il vantaggio e l'importanza di una diagnosi precoce per poter agire prima sui sintomi o i deficit. Ciò che manifesta suo figlio (es. le difficoltà visuo-spaziali e motorie, il riflesso di moro,...) è comune anche agli altri bambini autistici, purtroppo sono i sintomi della malattia che prevede quindi vari disturbi dello sviluppo (ricordiamoci che l'autismo nel DSM IV,manuale dei disturbi mentali, è classificato nosologicamente come un disturbo pervasivo dello sviluppo) ma soprattutto della comunicazione, interazione sociale e del linguaggio più che del comportamento. Quindi ciò che lei ha intuito è esatto, l'autismo prevede problemi comportamentali ma anche dello sviluppo delle abilità cognitive, motorie, sociali...che nei normodotati è maggiore rispetto ad un bambino autistico. Sono d'accordo sul fatto che i farmaci non siano una soluzione infatti prediligo le terapie cognitive e del comportamento che possono aiutare a combattere gli effetti
indesiderati della malattia, non curarla nè possono spiegarne la causa (che è a livello cerebrale ma non se ne conosce il meccanismo). Concludo dicendo che tutto ovviamente dipende dalla diagnosi di suo figlio, se è ad esempio un autismo ad alto funzionamento (quindi forma lieve e più facilmente
gestibile) o meno. Quando si parla di trattamento farmacologico del disturbo autistico, ci si riferisce ad un sottogruppo di soggetti autistici che presentano particolari sintomi-bersaglio, quali ad es. l’aggressività, l’autolesionismo, le crisi di rabbia, l’iperattività, le stereotipie, etc. Solo in questi casi è consigliabile usare psicostimolanti, comunque noi psicologi non possiamo prescriverli quindi spetta al medico curante o al neuropsichiatra infantile che ha fatto la diagnosi al bambino. Infine riguardo al suo dubbio su cosa sia l'autismo, ossia se è un disturbo mentale, del comportamento o dello sviluppo le rispondo che le tre cose sono collegate quindi vengono chiamate in causa tutte queste funzioni (soprattutto quelle esecutive, il Sistema Nervoso Centrale, che comandano la motricità, la percezione, il comportamento, le risposte all'ambiente e l'adattamento e quindi anche l'apprendimento e lo sviluppo in particolare l'apprendimento di comportamenti idonei o meno e lo sviluppo di risposte adeguate o meno). Attenzione però perché ogni caso è a parte e vede manifestazioni più o meno gravi e sintomi più o meno problematici da gestire e risposte più o meno efficaci a seconda della persona, la malattia è individuale e il decorso anche; ripeto, il disturbo ad oggi non prevede una cura certa e valida quindi dovete armarvi di pazienza e continuare a farvi sostenere da coloro che si occupano di questa patologia (quindi i professionisti di cui vi fidate e che hanno diagnosticato vostro figlio) e sperare che in futuro si trovi una soluzione a questa malattia. Personalmente vi consiglio di proseguire con l'Aba Vb, vi suggerisco di iscrivere vostro figlio (almeno in età prescolare quindi tra un paio di anni) a dei corsi di arteterapia di cui mi sono anche occupata in passato che aiutano molto gli autistici a sviluppare la loro creatività e aumentando notevolmente la loro autostima perchè loro sono molto sensibili come immagino lei sappia e questa attività ho notato che li gratifica molto. Rimango a disposizione. Saluti, dott.ssa Antonella Nappi.